Il diabete mellito colpisce circa 537 milioni di persone nel mondo e la prevalenza della malattia è in costante aumento negli ultimi decenni. I decessi legati al diabete e alle sue complicanze nel 2021, a livello globale, sono stati stimati in 6,7 milioni.
L’alterata glicemia a digiuno e la ridotta tolleranza glucidica descrivono un quadro di prediabete. Queste due condizioni, singolarmente o in associazione, rappresentano non solo un fattore di rischio per lo sviluppo della malattia diabetica, ma anche fattori associati allo sviluppo di complicanze sia macrovascolari che microvascolari. In assenza di strategie efficaci (controllo dietetico, attività fisica, interventi farmacologici) il 5-10% della popolazione con prediabete ogni anno progredisce a diabete conclamato.
La vitamina D ha recettori su molte cellule e tessuti, incluse le beta cellule pancreatiche e sembra avere un ruolo nell’omeostasi glucidica. Studi osservazionali hanno dimostrato un’associazione tra bassi livelli sierici di vitamina D e rischio di diabete tipo 2. Sebbene alcuni studi di intervento abbiano suggerito che la supplementazione vitaminica D possa esercitare un effetto benefico sul controllo glicemico, lavori su ampia scala e metanalisi di studi randomizzati hanno riportato dati contrastanti.
Un recente lavoro pubblicato su Annals of Internal Medicine ha dimostrato come la supplementazione vitaminica D in soggetti con prediabete contribuisca a ridurre il rischio di sviluppare diabete. Si tratta di una revisione sistematica e metanalisi dei dati dei singoli partecipanti di tre studi che hanno confrontato tre formulazioni orali di vitamina D con placebo. Sicuramente il tipo di studi considerati (si tratta di studi randomizzati, controllati e in doppio cieco con un ridotto rischio di bias) e la lunga durata del follow up rappresentano punti di forza del lavoro. I tre studi in esame sono stati condotti su soggetti con prediabete e quindi in un particolare setting di pazienti ad alto rischio di progressione. I dati non sono quindi applicabili alla popolazione generale sana.
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