Nei pazienti con insufficienza renale cronica (CKD) l’alterazione del metabolismo della vitamina D svolge un ruolo chiave nello sviluppo del disordine minerale osseo (CKD-MBD) e si associa ad un aumento della morbidità e mortalità cardiovascolare. Il deficit vitaminico D è risultato un fattore predittivo indipendente di disfunzione endoteliale nei pazienti con CKD.
L’approccio terapeutico alla carenza vitaminica D in questi pazienti è basata principalmente sull’utilizzo dei metaboliti attivi della vitamina D. Tuttavia l’identificazione dell’attività 1-α- idrossilasica in molti tessuti e organi, tra cui le cellule paratiroidee ed endoteliali, ha suggerito l’uso della forma nativa della vitamina D. Studi osservazionali e studi caso-controllo hanno dimostrato un miglioramento della funzione endoteliale in seguito alla supplementazione con vitamina D. Mancano ad oggi trials clinici ad hoc che indaghino l’effetto del trattamento con vitamina D nativa sul rischio cardiovascolare in questo setting di pazienti.
Lo studio, recentemente pubblicato, di Kumar e collaboratori è di particolare rilevanza perché si tratta di uno studio randomizzato, controllato e in doppio cieco che dimostra come, nei pazienti non diabetici con insufficienza renale in stadio 3-4 e carenza vitaminica D, il trattamento con colecalciferolo, e quindi con la forma nativa di vitamina D, si associ ad un miglioramento della funzione vascolare e quindi ad un miglior profilo di rischio cardiovascolare. Il trattamento si è dimostrato efficace e privo di effetti collaterali, in particolare non si è osservato un peggioramento della funzione renale né casi severi di ipercalcemia.
In uno studio successivo pubblicato sul Journal of Bone and Mineral Research gli autori indagano l’effetto della supplementazione con colecalciferolo sui markers di turnover osseo nella medesima popolazione che ha completato il protocollo precedente. Il trattamento con vitamina D nativa si associa ad un aumento statisticamente significativo dei livelli sierici di vitamina D, alla soppressione dell’iperparatiroidismo secondario e alla riduzione dei markers di turnover osseo, nonché ad un trend favorevole nei livelli di FGF-23.
Da questi studi emerge come il trattamento della carenza vitaminica D con colecalciferolo rappresenti un’utile strategia terapeutica nell’approccio al paziente con insufficienza renale al fine di migliorare gli outcomes clinici e il profilo metabolico.
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