Gentili Colleghe e Colleghi,
questo è il primo Congresso Nazionale G.I.BIS. che si tiene dopo la dipartita del Professor Silvano Adami, avvenuta il 26 marzo dello scorso anno. Egli ci ha prematuramente lasciato, dopo avere combattuto a viso aperto, con coraggio e dignità esemplari secondo il Suo stile, una vigorosa battaglia contro la malattia che Lo aveva aggredito. Ed è con grande tristezza che io oggi, in occasione della lettura a Lui dedicata, mi accingo a ricordarLo brevemente.
Con Silvano è andata via una figura carismatica, di elevata statura scientifica, dotata di genialità e talento naturali. Con Silvano è scomparso un esperto di fama mondiale delle malattie scheletriche, proteso con passione e curiosità verso mete e ideali scientifici sempre più alti e ambiziosi.
Oggi non voglio ricordare solo il Medico, il Ricercatore, l’Accademico, il fondatore di una Scuola prestigiosa i cui allievi fanno onore al Maestro, l’ideatore e l’ispiratore scientifico del GIBIS, di cui fu a più riprese, per ben 13 anni, apprezzato e illuminato Presidente, a tutti noi ben noto per le riconosciute capacità professionali, per la singolare e brillante intelligenza, per l’intuitiva genialità scientifica e per la dedizione profonda, scrupolosa e puntuale alla ricerca. Oggi voglio ricordare anche l’Uomo, il Collega e l’Amico.
Tra Lui e coloro che gli erano più vicini o che più spesso Lo frequentavano era inevitabile che si stabilisse un clima di reciproca, affettuosa e forte simpatia, che non lasciava spazio a dietrologie comportamentali, contorsionismi verbali e bizantinismi intellettuali che potessero rendere il rapporto ipocrita e falso. Questo con Silvano non poteva accadere, perchè l’Uomo era leale, sincero, diretto e usciva subito allo scoperto, con le sue innate doti di genuinità, bontà, saggezza e umanità, continuamente rinnovate nelle tante manifestazioni della vita di tutti giorni. Per Lui niente era liturgico o convenzionale, tutto era spontaneo e naturale.
E ancora, come non ricordare la sobrietà del carattere, schivo di ogni formalità esibizionistica, e lo spiccato senso dell’ironia e dell’umorismo. Penso a quante volte una Sua battuta arguta, una Sua frase sarcastica o un Suo racconto scanzonato sono riusciti a sdrammatizzare situazioni pesanti e a fare sorridere!
Talvolta, è vero, i modi potevano sembrare a un interlocutore nuovo e superficiale bruschi, intensi, forti, fuori dalle regole e non convenzionali ma, a ben vedere, erano sempre permeati di semplicità, genuinità e schiettezza. Semplicità, genuinità e schiettezza che, insieme alle Sue altre numerose qualità, oggi costituiscono il pesante e ricco bagaglio di ricordi che ci ha lasciato.
Tra i tanti e gravosi impegni, doveri e responsabilità che la Sua attività comportava, Egli trovava sempre il tempo per dedicarsi alla Sua famiglia, nei cui confronti nutriva un sentimento profondo, ricco e senza tempo, quale quello che solo un Marito e un Padre sinceramente partecipe e consapevole può coltivare. Alla consorte e ai figli, tutti noi qui presenti rinnoviamo la nostra vicinanza, consapevoli che le doti umane e professionali del Loro illustre congiunto faranno sì che Egli continui a vivere maestosamente nel nostro ricordo.

Giovanni Minisola

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