Non ci sono ancora sufficienti evidenze per consigliare il trattamento con teriparatide per il trattamento dell’osteonecrosi della mandibola correlata a farmaci (MRONJ) anche se in futuro non è escluso possa rientrare in alcuni protocolli di terapia.
Considerato che l’inibizione del turnover osseo indotta dagli anti-riassorbitivi rappresenta uno dei fattori causali imputati nella MRONJ non stupisce che in alcuni casi, soprattutto di difficile risoluzione, sia stato proposto l’utilizzo di uno stimolatore della neoformazione per favorire la guarigione da questa rara (in letteratura fino allo 0,01% nei pazienti affetti da osteoporosi) complicanza iatrogena.
L’articolo pubblicato su Osteoporosis International ha raccolto 111 casi in 26 lavori selezionati trattati con teriparatide.
Gli autori hanno osservato come i pazienti trattati con teriparatide associato ad altra terapia (in particolare antibiotica) abbiano una probabilità maggiore di andare incontro a risoluzione dell’osteonecrosi rispetto a quelli trattati con solo teriparatide. Questo tuttavia, a mio avviso, non supporta l’efficacia del teriparatide nel processo di guarigione dell’ONJ ma conferma piuttosto l’effetto positivo della terapia antibiotica.
Facendo un’analisi della letteratura emerge come sia difficile riconoscere un ruolo del teriparatide nel processo di guarigione dell’ONJ per mancanza di studi clinici randomizzati e controllati.
La quasi totalità degli articoli selezionati in questo lavoro (ma in realtà anche di quelli presenti in letteratura e non scelti per questa revisione sistematica) riguarda case report o serie di casi. Gli unici dati (assolutamente preliminari) che suggeriscono un possibile ruolo del teriparatide provengono dall’unico studio randomizzato pubblicato nel 2020 sempre su Osteoporosis International su una piccola casistica di 12 pazienti affetti da ONJ e trattati per 6 mesi con 20 mcg/die di teriparatide o con basse dosi una volta a settimana oltre alla terapia conservativa standard (antibiotici, revisione chirurgica). Nei pazienti trattati con teriparatide alla posologia normalmente utilizzata nell’osteoporosi è stato osservato un miglioramento maggiore rispetto a quelli a cui è stato somministrato il basso dosaggio. Questi dati, peraltro inclusi nell’articolo in esame, devono essere confermati in casistiche maggiori per trovare spazio nella pratica clinica quotidiana.
Il lavoro ci offre comunque alcuni spunti di riflessione:
-la terapia antibiotica rimane il cardine del trattamento della MRONJ che deve comunque essere gestita in maniera multidisciplinare e multimodale
-vengono confermati i fattori di rischio già noti che possono contribuire allo sviluppo dell’ONJ: uso di glucocorticoidi, diabete, chemioterapia, artrite reumatoide e abitudine tabagica in primis
-nella casistica pubblicata il 20,3% dei pazienti aveva una neoplasia ma sono stati ugualmente trattati con teriparatide a ricordarci che la controindicazione assoluta all’uso di questa molecola è la presenza di un tumore maligno dello scheletro o metastasi ossee
-in questi pazienti andrebbero studiati i markers di turnover osseo che risultano del tutto mancanti nella maggior parte dei casi descritti in letteratura ma potrebbero al contrario essere utili per definire meglio la patogenesi di questa temuta complicanza orale e magari identificare quei soggetti che effettivamente potrebbero trovare giovamento dall’uso di uno stimolatore della neoformazione
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