L’osteoporosi post-trapianto d’organo rappresenta una severa forma di malattia fragilizzante dello scheletro, con grave impatto sulla sopravvivenza e sulla qualità di vita, sia nei bambini che negli adulti.
Si stima che nei primi mesi dopo il trapianto il paziente perda fino all’1-2% della massa ossea ogni mese e più del 15-20% entro il primo anno. Studi dimostrano che in Europa la prevalenza di fratture vertebrali nei soggetti trapiantati, di età media 45-50 anni, risulta 5 volte superiore rispetto ai non trapiantati di pari età. Circa il 10-15% dei trapiantati di rene presenta fratture. La prevalenza di frattura nei pazienti con insufficienza epatica terminale è del 10-15% prima del trapianto e raggiunge il 20-35% dopo il trapianto. Circa il 25-35% dei trapiantati di cuore e più del 30% di quelli di polmone sperimenta fratture da fragilità.
La prevalenza e l’impatto a lungo termine, l’incidenza delle fratture e le loro conseguenze, i meccanismi patogenetici dell’osteoporosi post-trapianto non sono ad oggi del tutto chiariti. Nell’ambito del trattamento, pur non essendoci un protocollo di terapia standardizzata, i bisfosfonati, sia orali che endovena, si sono dimostrati una promettente opzione terapeutica per la gestione di questa forma di fragilità ossea.
Un lavoro, recentemente pubblicato, di Giannini S e collaboratori, ha valutato efficacia e sicurezza del neridronato in pazienti con ridotta massa ossea dopo trapianto di cuore, fegato e polmone. L’efficacia del farmaco è già stata ampiamente documentata in altre patologie scheletriche quali il Morbo di Paget dell’osso, molte forme di ipercalcemia, l’Osteogenesi imperfetta. Il farmaco si è dimostrato efficace nell’aumentare la massa ossea e ridurre il turnover osseo, con un adeguato profilo di safety. Pur con dei limiti (rappresentatitivà del campione, durata del follow up, mancata valutazione dell’endpoint frattura) si tratta del primo studio randomizzato e controllato, in doppio cieco, che dimostra l’efficacia del neridronato e ne suggerisce l’utilizzo anche in questa particolare categoria di pazienti.