Ebeling PR, Akesson K, Bauer DC, et al. Journal of Bone and Mineral Research, Vol. 34, No. 1, January 2019, pp 3–21

L’aumento del volume del corpo vertebrale è tra le procedure utilizzate nella pratica clinica per ridurre il dolore nei pazienti con fratture vertebrali (FV)  anche se la mancanza di un consenso sull’efficacia e la sicurezza della vertebroplastica e della cifoplastica  aumentano i punti interrogativi su in base a cosa i clinici dovrebbero scegliere una terapia piuttosto che l’altra. In ragione della mancanza di consenso su questo argomento l’ American Society for Bone and Mineral Research (ASBMR) ha incaricato questa Task Force di affrontare la questione dell’efficacia e della sicurezza dell’aumento dei corpi vertebrali e degli altri approcci non farmacologici nel trattamento del dolore dopo FV.

Questo documento riporta i risultati e le raccomandazioni di questa Task Force.

Nei pazienti con dolore acuto da FV, la vertebroplastica percutanea non ha determinato un beneficio clinico significativo rispetto al placebo. I risultati non  sono differenti a seconda della durata del dolore .

Non vi sono inoltre sufficienti evidenze per supportare la cifoplastica rispetto al trattamento non chirurgico, alla vertebroplastica percutanea, all’intervento di stenting   del corpo vertebrale o a KIVA®.

Ci sono evidenze limitate per determinare il rischio di FV incidenti o di eventi avversi seri (SAE) da mettere in relazione all’intervento di vertebro o cifoplastica. Non possono essere fatte quindi raccomandazioni in senso negativo ma non possono essere esclusi dei rischi. Per i pazienti con dolore da FV non è chiaro se il busto migliori la funzionalità, la disabilità o la qualità di vita. L’esercizio fisico può migliorare la mobilità e può ridurre il dolore e la paura di cadere ma non è in grado di ridurre il numero di cadute o le fratture nei soggetti con FV.

Le raccomandazioni generali e quelle specifiche sottolineano la necessità di ridurre i bias degli studi ed evitare errori metodologici nel disegno degli studi e nella raccolta dei dati. Questo comprende la necessità di popolazioni più ampie studiate, l’inclusione di un gruppo placebo di controllo, maggiori dati sui SAE e ulteriori ricerche sugli interventi non farmacologici. L’uso di routine dell’aumento del volume vertebrale non è supportato dalle evidenze attualmente disponibili. Se viene proposta, i pazienti dovrebbero essere ben informati su questi dati.

Il trattamento con farmaci anti-osteoporotici riduce il rischio di successive fratture vertebrale del 40-70%

©2023 G.I.B.I.S. – Gruppo Italiano Bone Interdisciplinary Specialists

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