PD Miller, JD Adachi, BH Albergaria et al., J Bone Miner Res 2022 DOI: 10.1002/jbmr.4563

ABSTRACT

I pazienti con osteoporosi e insufficienza renale cronica sono ad aumentato rischio di frattura e di esiti negativi associati, incluso un aumento di mortalità. La presente analisi post hoc di due studi randomizzati, multicentrici, di fase 3 – lo studio FRAME (Fracture Study in Postmenopausal women with Osteoporosis) e lo studio ARCH (Active-Controlled Fracture Study in Postmenopausal Women with Osteoporosis at High Risk) – indaga l’efficacia e la sicurezza di romosozumab in donne in menopausa con osteoporosi e insufficienza renale cronica da lieve a moderata. L’analisi include i dati di 7147 pazienti dal FRAME e 4077 pazienti dall’ ARCH. L’81% dei pazienti dal FRAME e l’85% dei pazienti dall’ARCH presenta al basale una riduzione lieve o moderata della velocità di filtrazione glomerulare (eGFR) e tale riduzione è almeno in parte legata all’età. Durante le fasi in doppio cieco di un anno dei trials, i pazienti sono stati trattati con romosozumab 210 mg sc o placebo mensili nel FRAME e romosozumab 210 mg sc mensile o alendronato 70 mg settimanale nell’ARCH. Sono state valutate la densità minerale ossea (BMD) al rachide, femore totale e collo femorale e le fratture vertebrali e non vertebrali al basale e a 12 mesi. In entrambi gli studi, la variazione percentuale media dei minimi quadrati rispetto al basale nella BMD e’ risultata significativamente maggiore nel gruppo romosozumab rispetto ai controlli in tutte le categorie di funzionalità renale a 12 mesi. Romosozumab ha ridotto il rischio relativo di nuove fratture vertebrali a 12 mesi nei pazienti con eGFR tra 30–59, 60–89, e ≥90 mL/min rispettivamente del 72% (CI 95% 14–91; p=0.017), 70% (40–85; p<0.001) e 84% (30–96; p=0.005), nel FRAME rispetto al placebo, e del 51% (5–75; p=0.04), 19% (28 to 49; p=0.39) e 57% (1–81, p=0.04), rispettivamente, nell’ARCH rispetto all’alendronato. L’incidenza di eventi avversi, la riduzione asintomatica dei livelli sierici di calcio e le alterazioni della funzionalità renale sono stati simili in tutti i gruppi distinti per funzione renale al basale. Romosozumab rappresenta un’efficace opzione terapeutica per le donne in postmenopausa con osteoporosi e riduzione della funzione renale da lieve a moderata, con un profilo di sicurezza simile per i differenti livelli di funzionalità renale.

©2023 G.I.B.I.S. – Gruppo Italiano Bone Interdisciplinary Specialists

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