Sandro Giannini, Giovanni Passeri, Giovanni Tripepi et al., Nutrients 2021. doi.org/10.3390/nu13010219
ABSTRACT
Sono poche le informazioni oggi disponibili sugli effetti benefici del trattamento con colecalciferolo in pazienti comorbidi ricoverati per COVID-19. Lo scopo dello studio è stato quello di analizzare retrospettivamente gli outcomes clinici dei pazienti trattati con alte dosi di colecalciferolo in bolo durante la degenza ospedaliera. Sono stati inclusi pazienti con una diagnosi positiva per SARS-CoV-2 e conclamata infezione COVID-19, ricoverati tra marzo e aprile 2020. In base alle caratteristiche cliniche, i pazienti sono stati supplementati (o meno) con 400.000 UI di colecalciferolo orale in bolo (200.000 UI somministrate in due giorni consecutivi) ed è stato registrato l’outcome composito (trasferimento in Unità di terapia intensiva; ICU e/o morte). Sono stati inclusi in questo studio retrospettivo 91 pazienti (età 74±13 anni) con COVID-19. Cinquanta (54,9%) pazienti presentavano due o più comorbidità. Sulla base della decisione del medico curante, 36 (39,6%) pazienti sono stati trattati con vitamina D. L’analisi della curva ROC ha dimostrato un significativo potere predittivo di quattro variabili: a) bassi livelli (<50 nmol/L) di 25(OH)vitamina D, b) fumo di sigaretta attuale, c) elevati valori di D-Dimero e d) la presenza di comorbidità, nello spiegare la decisione di somministrare la vitamina D (area sotto la curva= 0.77, CI 95%: 0.67-0.87, p<0.0001). Durante il periodo di follow up (14±10 giorni), 27 (29.7%) pazienti sono stati trasferiti in terapia intensiva e 22 (24,2%) sono deceduti (16 prima del trasferimento in ICU e 6 in ICU). Complessivamente 43 (47,3%) pazienti hanno sperimentato l’endpoint combinato trasferimento in terapia intensiva e/o morte. Le analisi di regressione logistica hanno evidenziato come il peso delle comorbidità modifichino in modo significativo l’effetto del trattamento con vitamina D sull’outcome dello studio, sia nell’analisi grezza (p=0,003) che in quella corretta per il propensity score (p=0,039), quindi l’effetto positivo di alte dosi di colecalciferolo sull’endpoint combinato risulta significativamente amplificato dall’aumento del peso delle comorbidità. Questo studio che genera ipotesi di lavoro, fornisce una valutazione formale (trial clinico) del potenziale beneficio che il colecalciferolo può offrire ai pazienti comorbidi con COVID-19.